Stefano Zamagni all’Università dell’Insubria: “Recuperare una responsabilità che è prendersi cura”

Una sala gremita quella di lunedì all’Università dell’Insubria ad ascoltare il professor Stefano Zamagni, noto economista italiano, nominato proprio quest’anno da Papa Francesco Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, famoso per il dibattito che da anni porta in tutta Italia sui temi dell’economia civile. Un evento organizzato dal Centro Gulliver, con il patrocinio del Comune di Varese e dell’Università dell’Insubria, moderato dalla giornalista Silvia Giovannini.

Abbiamo invitato il professor Zamagni, racconta don Michele Barban, perché sentiamo l’urgenza di una nuova visione di economia e società, tese al benessere e alla felicità. Crediamo nell’economia civile, un’economia, cioè, che metta al centro la persona, le relazioni, l’ambiente, la sostenibilità, l’importanza dei beni comuni, il patrimonio di valori del mondo del lavoro, dell’associazionismo, del mondo delle professioni e della buona pubblica amministrazione. E riconosciamo al professor Zamagni un ruolo di grande maestro in questo senso”.


Il professore ha affrontato il delicato tema della responsabilità nel mondo iperconnesso e globalizzato di oggi. Il vecchio concetto, noto come imputabilità, Zamagni lo fa dipendere dalla capacità di rispondere delle proprie azioni, nelle condizioni storiche di oggi non è più sufficiente. Secondo lui occorre recuperare una nozione di responsabilità come prendersi cura: mi carico sulle spalle il peso delle cose e cerco di porre rimedi. Dunque, responsabile è colui agisce non solo per non fare il male, ma a favore del bene. Parlare di responsabilità come prendersi cura vuol dire ritornare a concettualizzare che una delle motivazioni che inducono le persone ad agire, in aggiunta all’interesse e al dovere, è quella dell’amore. E qui il pensiero va naturalmente agli enti di terzo settore: dalle associazioni di volontariato, alle cooperative sociali, dalle fondazioni civili, alle imprese social”.

Il Terzo settore è un castoro”, espressione cara a Zamagni. Il castoro costruisce la propria diga e così facendo modifica l’habitat che lo circonda, creando le condizioni che consentono ad altre specie di vivere. Nella condizione attuale, gli enti avanzati di Terzo settore sono come il castoro: cambiano il mondo attorno a sé, rendendolo migliore anche per gli altri.


Terzo settore dunque come protagonista del cambiamento della società. “In Italia abbiamo il Terzo Settore più avanzato d’Europa, è la terza gamba che regge l’ordine sociale, oltre a Stato e mercato Da qui l’importanza di mettere in pratica il principio della sussidiarietà circolare:formulata per la prima volta da San Bonaventura da Bagnoregio alla fine del XIII secolo, ipotizza una visione tripolare di ordine sociale che, accanto al privato e al pubblico, pone con pari dignità il civile. Stato, Mercato e Comunità: un modello che in Emilia-Romagna ha già qualche esperienza di successo, mentre in Lombardia stenta ancora a decollare. Occorre lavorare per arrivare a buone pratiche in questo senso”.

E conclude con uno sguardo ottimista: Ho fiducia nel futuro. Se vorremo perseguire il benessere economico e sociale delle società nel suo complesso, dovremo per forza cambiare paradigma. Per riumanizzare i mercati e migliorare la nostra e la prossima generazione, sarà necessario un modello di sviluppo basato su una visione di prosperità da perseguire secondo un metodo inclusivo. E allora civile sarà ogni azione economica che mira ad includere.