Le sette reti di Raffaele Pugliese: quando l’amore per un luogo arriva da lontano

Le sette reti di Raffaele Pugliese (Edizioni Arterigere, 2012) conferma a coloro che condividono la passione per la ricerca storica locale che occorre avere gli occhi dell’altrove per mettere a fuoco l’adesso. E’ un dato di fatto che molti appassionati valorizzatori di un territorio provengono da tutt’altra parte e l’autore di questo singolare romanzo d’iniziazione, nato in Lucania e docente di Geografia nella nostra città, non è certo l’eccezione che conferma la regola. Il suo amore per il lago di Varese è infatti lo stesso che porta Sara, coprotagonista del libro (una figura che rimanda a modelli raffinati della letteratura del secondo dopoguerra, viene in mente la Micòl de Il giardino dei Finzi-Contini), ad agire nei confronti del giovane pescatore locale, Amerigo, come una sorta di “genius loci” venuto da lontano per portarlo alla consapevolezza del suo legame con un luogo di particolare bellezza. Gli anni della vicenda sono i Sessanta, quelli in cui storicamente si spezza una simbiosi millenaria tra quel lago e chi aveva vissuto delle sue risorse: in primo luogo con la pesca, praticata già ai tempi di quel villaggio palafitticolo del Neolitico ancora visibile nell’Isolino Virginia . Questa rottura violenta è la sottotraccia del racconto e coincide con i fatti storici di un  processo di degrado ambientale causato dall’industrializzazione selvaggia, che ha portato tutto l’habitat lacustre sulla soglia di una fine senza ritorno. L’iniziazione alla vita di Amerigo è un viaggio prima di tutto dentro se stesso, una sorta di percorso dantesco verso la luce della conoscenza, dove ad accompagnarlo nei panni di Virgilio è il vecchio pescatore Ezio, che tutto conosce dei luoghi e che gli indica la via d’uscita dalla sofferenza per l’impossibilità di mantenere un rapporto d’amore con Sara, la donna  incaricata dal destino di portarlo a nuova consapevolezza. Ma tutta la vicenda è intessuta di una sapienza ammirevole e commovente  dei luoghi, delle persone e degli strumenti del loro agire, soprattutto se si pensa alla dedizione che sempre ciascuno esercita quando ci si innamora veramente dell’altro da sé: questo vale per i luoghi come per le persone.