“Il rovescio della Ragione 2011”: una rassegna per riflettere

Giunta alla quinta edizione, la rassegna “Il rovescio della ragione – Il teatro dei luoghi”, inserita nel cartellone di Restate 2011, avrà luogo dall’1 al 9 luglio nel cortile e nelle sale interne del Padiglione Lombroso, struttura recentemente restaurata che nell’autunno del 2011 diverrà sede del Museo della Psichiatria. Obiettivi della manifestazione sono la valorizzazione dell’area dell’ex-ospedale psichiatrico San Lazzaro e la realizzazione di eventi culturali in stretto rapporto con l’ambiente del parco e dei chiostri, scelti come sede emblematica per affrontare grandi tematiche, dal disagio mentale al delirio del potere, dal culto dell’immagine alla perdita dell’identità. Risentendo della difficile congiuntura economica nazionale e della sofferenza in cui versa il mondo della cultura, il programma dell’iniziativa risulta estremamente ridotto rispetto agli anni precedenti. Realizzata grazie ai contributi della Circoscrizione Nord Est e dell’Associazione Museo di Storia della Psichiatria, e sostenuta dai Musei Civici, dall’Azienda Usl di Reggio Emilia e da Arci Reggio, l’edizione 2011 vuole essere testimonianza di continuità del progetto di SS9teatro, che in questi anni ha condotto la cittadinanza nei meandri dell’ex ospedale psichiatrico, con momenti di riflessione e spettacoli dal forte impatto sociale. Atto concreto di lotta per la sopravvivenza dei progetti culturali nel territorio, Il rovescio della Ragione è un’implicita denuncia del disagio profondo in cui è relegato, anche nella nostra città, chi si occupa di cultura.

Il programma, che si articola in tre appuntamenti, non rinuncia a guardare ai temi sociali e civili che da sempre hanno guidato le scelte e le iniziative di SS9teatro, come il disagio mentale, le espressioni della follia e il rapporto uomo-potere.

La rassegna si aprirà venerdì 1 Luglio alle 18.30, con l’inaugurazione della mostra di Simone Ferrarini Folli facce folli. Non un’esposizione piuttosto un intervento site-specific quello dell’artista reggiano, che ha realizzato per l’evento tre grandi tele, di 8 metri per 5, installate presso il cortile del Padiglione Lombroso. Attento a tematiche civili e sociali, Simone Ferrarini narra per immagini la storia del San Lazzaro, attraverso i volti di chi ha trascorso lunghi anni nel buio della malattia mentale, senza speranza di guarigione né di una vita “normale”. Contro lo stigma della malattia mentale e i pregiudizi, le folli facce di Simone Ferrarini ci parlano di un’umanità riconquistata, di un valore di solidarietà e di vicinanza con coloro che hanno vissuto nell’oblio per lunghi anni.

A seguire, nella serata di venerdì 1 Luglio, alle ore 20 e alle ore 21,30, la compagnia SS9teatro darà vita a una lettura a tre voci. Tratta dal libro Vite Infami, curato da Maria Alberici e Verusca Fornaciari, la mise en espace conduce lo spettatore in un viaggio all’interno del Lombroso. Il volume raccoglie le testimonianze degli operatori del manicomio, dagli Anni Cinquanta fino agli Anni Novanta del secolo scorso, quando l’applicazione della Legge Basaglia portò alla chiusura degli ospedali psichiatrici. L’intensa testimonianza raccolta da Maria Alberici e Verusca Fornaciari rivive grazie alle voci di Valeria Bottazzi, Barbara Nicoli ed Elisabetta Vezzani. Nelle sale comuni e nelle celle, che conservano intatta la memoria dei ricoverati, si rincorrono i racconti degli infermieri, le rievocazioni dei medici, i ricordi degli educatori. Oltre la patina di lucidità, emerge uno spaccato della vita manicomiale, un’antologia di esistenze, di cui si percepisce, sotto parole lisce come pietra, la disfatta e l’accanimento. Mutuato da un’opera di Michel Foucault, il titolo del volume rimanda all’uomo infame, l’uomo senza reputazione, l’uomo della strada. Percepita nel contesto sociale e morale della fine dell’età classica, la reclusione della follia si accompagna con quella di altri deviati ed emarginati. Come il libertinaggio, l’alcolismo ed il vagabondaggio, la follia rende l’uomo incapace di adattarsi a una società che erige il lavoro a valore supremo e che, di conseguenza, bandisce ogni forma di ozio.

“…vite infime, divenute cenere nelle poche frasi che le hanno stroncate. Il potere le ha attese al varco, le ha perseguitate, ha prestato attenzione, anche solo per un attimo, al loro lamento e al loro piccolo strepito, e le ha segnate con i propri artigli…” (M. Focault)

Venerdì 8 Luglio alle 21 andrà in scena Omnia vanitas, studio – spettacolo liberamente ispirato a “La commedia della vanità” di Elias Canetti. Frutto di un laboratorio condotto da Franco Brambilla, la pièce si ispira alla prima parte dell’opera dello scrittore bulgaro. La seconda e terza parte del dramma saranno oggetto di studio e ricerca nell’autunno del 2011, durante un ulteriore laboratorio che porterà alla definitiva messa in scena. Un’atmosfera delirante avvolge i sei protagonisti dello spettacolo, volti noti della compagnia e nuovi attori usciti dal laboratorio, abitanti di una società opprimente. Un oscuro Potere ha messo al bando la vanità. La gente si affolla nelle piazze per infrangere gli specchi, bruciare le fotografie e distruggere tutto ciò che può istigare alla vanità. Il Potere, che decreta i divieti, non si lascia individuare. L’obiettivo è la creazione di una massa cieca e muta, un informe gregge di individui snaturati che non avendo più coscienza di sé, si ritrovino ad essere completamente in balìa del Potere. Ma l’ingranaggio è così complesso da mietere nel suo delirio irrazionale gli stessi artefici. L’uomo senza la sua immagine, senza il ‘sé’ non può esistere. Nascono vere e proprie case di tolleranza dove si offre ai singoli la possibilità, in apposito locale e secondo apparenti differenziazioni di classe, di pascersi della propria immagine a pagamento. La repressione operata sfocia così in una violentissima esplosione che consacra l’orgiastica rivincita dell’egoismo, di una massa infinita di tanti ‘Io’ con il culto della propria immagine. Un teatro violentemente metaforico, grottesco, caricaturale, pronto a travolgere personaggi smodatamente ambiziosi, avidi di sesso, denaro, fama. Un teatro etico, capace di fustigare i costumi di una società che vive di apparenza e vanità, vicino ormai all’autodistruzione dei sentimenti e della ragione.

In scena, per la regia di Franco Brambilla, Silvia Benassi, Valeria Bottazzi, Gabriele Casali, Marilena Crosato, Barbara Nicoli, Elisabetta Vezzani.

La rassegna si svolgerà dal 1 al 9 luglio 2011 presso il complesso monumentale San Lazzaro di Reggio Emilia in Via Amendola 2. Gli spettacoli e la mostra avranno luogo presso il Padiglione Lombroso.

Mostra e lettura: ingresso gratuito

Spettacolo Omnia vanitas: ingresso 5 euro solo su prenotazione

Per informazioni e prenotazioni

SS9teatro

0522/420110

3485747939

ss9teatro@gmail.com

www.ss9teatro.com