“Cabaret Yiddish” giunge il 28 Giugno a Villa Litta di Lainate

Venerdì 28 Giugno 2013 alle ore 21.30 Villa Visconti Borromeo Litta a Lainate ospiterà per il ciclo di serate “La villa delle meraviglie” con Moni Ovadia “Cabaret Yiddish”Un vademecum chiaro ed esplicito quello di Moni Ovadia, che fin dal titolo invita il pubblico a seguirlo attraverso un viaggio d’esplorazione nella cultura delle proprie origini. Cabaret Yiddish, prodotto da Promo Music di Marcello Corvino, è una miscellanea di musica klezmer e cliché su nasi lunghi e avidità, semplice ed efficace, nel quale il pubblico si trova a proprio agio, anche se non capisce la lingua delle canzoni, anche se conosce solo una parte della storia, forse quella più oscura, più triste. Al centro di una scena nuda, riempita solo da quattro musicisti, il cantore inizia, senza troppi preamboli, la sua storia con un sorriso. Un sorriso antico ed esperto, di chi fin dall’alba dei tempi ha dovuto sfruttare l’ironia per far fronte alle proprie disgrazie e ha saputo riciclare aneddoti e storielle per forgiare una sagace oratoria in risposta al razzismo e alle calunnie. Tutto nasce da un paradosso che vede impegnato il popolo ebraico guidato dal «povero» Mosé a vagare per svariati anni in un deserto, “attraversabile tranquillamente in sette giorni», senza una terra e con l’esilio costante come essenza stessa della propria cultura. Ma se il deserto non ha confini fisici, il popolo delinea i suoi attraverso la propria lingua, la propria musica, la propria preghiera e i propri costumi, tessendo una coesione tanto più impressionante quanto più lontani ne sono gli attori, una molteplicità di soggetti sparsi per il mondo, dall’ Europa al Medio Oriente agli Stati Uniti. Proprio attraverso le singole «storielle» che accomunano per stereotipo ogni ebreo, Moni Ovadia è capace di far ridere il suo pubblico, ma al contempo di fare emergere quel fondo di verità tipicamente popolare per spiegare i cardini della cultura sionista, dal dialogo con il divino a quello con la famiglia matriarcale, passando per il rapporto con il denaro, con i caratteri somatici, con il razzismo e il confronto con le altri religioni.