È allarme pesticidi riguardo l’olio extravergine d’oliva. A lanciarlo è l’Università di Messina: ecco dove sono stati trovati i pesticidi
Se c’è un ingrediente che non può mai mancare nella nostra dispensa, quello è l‘olio d’oliva. Un prodotto fondamentale, che ci serve per condire tutti i cibi, quindi un must have. Quando si sceglie l’olio, bisogna essere scrupolosi, perché è un ingrediente che usiamo tutti i giorni. Il prezzo dell’olio è mediamente alto, proprio perché segue un lungo processo di lavorazione.

Ultimamente, però, è finito sotto accusa per via della presenza di pesticidi. Non parliamo solo dell’Europa, ma anche dell’Italia. A lanciare l’allarme è l’Università di Messina che in base ad un’indagine ha trovato in più di un terzo dell’olio analizzato, contiene residui di pesticidi oltre i limiti consentiti dalla legge. Scopriamo quali sono gli oli incriminati.
Presenza di pesticidi nell’olio extravergine d’oliva: quali sono gli oli incriminati
A seguire queste indagini è stato il professor Luigi Mondello che ha esaminato 50 campioni d’olio Evo. Il risultato è abbastanza preoccupante. 21 su 50 contenevano un principio attivo che superava i limiti consentiti dalla legge. Il tutto è stato raggiunto tramite un metodo di analisi importante che ha individuato fin a 250 pesticidi diversi. L’olio Evo è ottenuto tramite una spremitura meccanica e senza processi di raffinazione, può essere contaminato facilmente.

A questo si sommano i danni ambientali causati da un uso massiccio e prolungato di pesticidi, che col tempo hanno inquinato terreni e falde acquifere, rendendo le contaminazioni indirette un problema sempre più diffuso. E proprio i risultati dello studio lo confermano: la presenza di residui oltre i limiti non è un’eccezione, ma una realtà con cui fare i conti. Anche se i marchi analizzati non sono stati resi noti, l’indagine lancia un chiaro segnale d’allarme.
I rischi per la salute: bambini i più esposti
Per valutare l’impatto reale di questi dati sulla salute, gli scienziati hanno utilizzato il modello PRIMo dell’EFSA, che stima l’esposizione alimentare media. I numeri emersi sono preoccupanti: in particolare, due sostanze — la cipermetrina e l’endosulfan (insieme al suo metabolita) — hanno mostrato livelli di esposizione cronica oltre il 100% della dose giornaliera accettabile nei bambini. Un segnale chiaro del potenziale rischio a lungo termine, soprattutto nei più piccoli.

L’esposizione acuta ha superato le soglie di sicurezza solo in caso di cipermetrina, e sempre nei bambini, in particolare quelli italiani e spagnoli, che consumano più olio evo rispetto alla media europea. Per gli adulti, invece, i livelli riscontrati non sembrano destare preoccupazioni immediate.
Tra tante ombre, una buona notizia arriva dai prodotti bio. Tutti e sei i campioni di olio biologico italiano analizzati sono risultati completamente privi di pesticidi rilevabili. Una conferma importante del fatto che pratiche agricole più sostenibili possono davvero fare la differenza, per l’ambiente e per la nostra salute.
I ricercatori non puntano il dito contro l’olio extravergine di oliva, anzi. Resta un prodotto d’eccellenza, ma proprio per questo è fondamentale tutelarne la qualità e l’affidabilità. Lo studio evidenzia quanto sia urgente rafforzare i controlli lungo tutta la filiera e adottare regole più stringenti sull’uso dei pesticidi. In attesa di una transizione concreta verso un’agricoltura più pulita, il consiglio resta semplice: scegliere prodotti biologici, leggere le etichette e preferire fornitori locali di fiducia. Piccoli gesti, certo, ma che nel tempo possono davvero cambiare le cose.





