Una petizione per cambiare la Tares: Sulla nuova tariffa dei rifiuti Legambiente al fianco di imprese e cittadini virtuosi

Sulla nuova tariffa dei rifiuti Legambiente si schiera a fianco dei cittadini e delle imprese virtuosi. “Chi inquina paga – Chi produce meno rifiuti deve risparmiare”: sulla base di questo principio adottato in Europa l’associazione ambientalista ha lanciato una petizione nazionale per chiedere al Governo di modificare la Tares. Nella versione attuale l’imposta infatti rischia di essere un nuovo pesante aggravio per tutte le utenze che producono rifiuti: “Non prevede alcun principio di premialità per i comportamenti corretti – segnala Alberto Minazzi, coordinatore dei circoli Legambiente della provincia di Varese – e quindi non introduce nessun elemento innovativo per una migliore gestione dei rifiuti.” La petizione, che è possibile firmare sia online sul sito www.legambiente.it sia per i varesini presso la sede locale di Legambiente in piazza De Salvo 8, chiede invece che la nuova tariffa sia solo puntuale e quindi proporzionale alla produzione di rifiuti indifferenziati di ciascuna utenza. In questo modo le famiglie e le aziende più virtuose pagheranno meno.“Siamo da sempre impegnati – aggiunge Minazzi – affinché si passi da tassa a tariffa in tutti i Comuni italiani. L’auspicio è che la modifica che chiediamo possa premiare i comportamenti individuali. Oggi in Italia solo alcune centinaia di enti locali fanno pagare in base alle quantità di rifiuti effettivamente prodotte grazie alla tariffazione puntuale, con risultati importanti sulla prevenzione, sull’avvio a riciclaggio e sulla riduzione delle quantità di rifiuti avviate a smaltimento. Eppure, sarebbe possibile affrontare concretamente questa sfida, come è riuscita a fare ad esempio la Germania, utilizzando una equa leva economica che introduca un criterio di giustizia e sostenibilità ambientale e alleggerisca la pressione fiscale sui più virtuosi”. Nella petizione c’è dunque anche la richiesta di liberare il tributo sui rifiuti dalla copertura dei costi dei cosiddetti “servizi indivisibili”, eliminando la maggiorazione di 0,30 euro per metro quadro, perché secondo gli ambientalisti non correlati in alcun modo alla produzione dei rifiuti e all’esigenza di responsabilizzare i comportamenti individuali applicando criteri meritocratici.