“Quando la Ragione incontra la Biro”: mostra personale dell’artista Matteo Galvano a Erba

L’arte di Matteo Galvano acquisisce la sua più splendida forma grazie alla meticolosità nell’uso della Biro. Proprio da questo pensiero nasce l’idea di accostare, al nuovo codice a barre bidimensionale Quick Read Barcode, che fa da logo, parole chiave aventi come iniziali le stesse dell’acronimo QRB.
Così prende vita il titolo della tanto attesa mostra personale Quando la Ragione incontra la Biro, che porta dentro sé il vero e proprio metodo artistico del protagonista. Galvano, prima di iniziare qualunque tipo di rappresentazione architettonica, getta le fondamenta e ne idealizza una planimetria con il solo uso della ragione, per poi permettere all’inchiostro di distribuirsi sul foglio, con differenti intensità, tramite l’azione di rotolamento della sfera posta all’interno della biro guidata dalla sua abile mano.
Inizialmente la penna biro non la si associa all’arte, bensì più al lavoro d’ufficio, ai tempi della scuola, alla routine quotidiana: essa è onnipresente nella società odierna specialmente ai fini della scrittura o della tracciatura di disegni geometrici e schizzi.

Protagoniste della mostra saranno le città più care all’artista. Alcune opere rivolgono l’attenzione alla città dalla quale ha tratto le prime ispirazioni durante un viaggio nel 2010: NEW YORK. Il grande continente d’oltreoceano non viene rappresentato dalle architetture più note, bensì da palazzi sconosciuti, presi da angolazioni inaspettate, che l’artista ha saputo rendere “vivi” sulla carta.
Altri quadri saranno dedicati a COMO, culla dell’artista. Un omaggio ai grandi nomi dell’architettura italiana e ad alcuni dei palazzi portatori di grandi memorie e simbolo della sua città. E’ presente anche un’architettura di MILANO nel suo volto meno noto ma certamente più moderno, che ci guida verso il futuro, l’Expo e la globalizzazione.

Così l’architettura diventa una meta raggiungibile, in alcune delle sue opere, grazie ad elementi del quotidiano che fanno da guida, in cui l’uomo trova riparo e ripone fiducia: semafori e cartelli stradali non sono, secondo il pensiero di Galvano, ostacoli né tantomeno elementi di disturbo durante il suo momento di maggiore ispirazione, bensì li ricerca. Ognuno di essi sta ad indicare una direzione ordinata verso un luogo preciso, un punto di incontro e di ritrovo, un luogo in cui sentirsi sicuri in situazioni di emergenza.