Net Generation di Don Tapscott: come la generazione digitale sta cambiando il mondo

Net Generation di Don Tapscott (Franco Angeli, 2011) è il risultato di un’epocale ricerca condotta sul mondo di chi vive oggi tra gli 11 e i 30 anni, persone che hanno raggiunto o stanno raggiungendo la maturità nell’era digitale.
L’autore, presidente di nGenera Innovation Network e docente di management all’Università di Toronto, non si limita a fotografare la realtà in un’indagine condotta con 11 mila interviste – avendo incrociato i suoi dati con le analisi di influenti studiosi (psicologi, pedagogisti, economisti, sociologi e politologi) – ma prefigura i futuri scenari in ambiti che vanno dalla famiglia all’azienda, investendo tutta la società e le varie modalità di partecipazione.
Ne risulta un viaggio di non ritorno verso nuove frontiere comunicative dove non esiste più una trasmissione passiva delle informazioni, ma un modello di tipo interattivo e bidirezionale, quello rappresentato dal Web 2.0.
Un modello che non sarebbe giusto definire esclusivo, proprio perché al contrario prevede una progressiva inclusione di persone, risorse, strategie comunicative. Leggendo il libro, che racconta in positivo tutte le opportunità che ne possono derivare nella vita di ciascuno nonché gli sviluppi quale formidabile risorsa di conoscenza e di condivisione, si scopre come i protagonisti della società prossima futura non siano affatto una generazione di sciocchi apatici e superficiali ma i potenziali protagonisti dell’e-governement, capaci cioè di ripensare e organizzare nuovi servizi partendo dal Web 2.0.
Sbaglierebbe però chi pensasse che questa nuova capacità gestionale passi da un semplice riversamento della politica su Internet: occorre ripartire da forme di comunità che possano usufruire di nuovi modelli di gestione. Se ne stanno accorgendo già adesso anche in Italia alcune amministrazioni civiche particolarmente sensibili a queste tematiche, che  studiano sinergie applicative.
Scrive al proposito il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio, autore del saggio “Città delle persone”: “Riguardo alla leva tecnologica, essa al contrario va nella direzione del supporto al governo delle reti: dal cloud computing all’interoperabilità dei sistemi, il web 2.0, la logica integrata europea delle smart cities, la stessa fibra ottica. La disponibilità e la condivisione delle informazioni, la cooperazione applicativa, la sinergia tra basi di dati, la connessione continua e veloce, i social network sono risorse concretamente disponibili e ampiamente utilizzate o utilizzabili dalle nostre amministrazioni. Relazione, cooperazione, integrazione tra attori mai come oggi sono facilitate e stimolate dalla disponibilità tecnologica”.
Tutto pane particolarmente masticabile e digeribile per i denti ormai collaudati della Net Generation.