“La stoffa dei Borghi”: un imperdibile racconto sul varesotto dell’Ottocento

Sergio Redaelli è giornalista, collaboratore con Verbanus e Varesefocus e ha composto “La Stoffa dei Borghi – Patrioti e imprenditori della dinastia del cotone” dando spazio alla peculiarità dei membri della Famiglia: ingegneri e avvocati si, ma anche imprenditori, teste calde in politica ed eccentrici fautori di rischiosi investimenti e mosse legali.
Questo affascinante racconto secolare è un minuzioso e imponente lavoro di ricerca, cui Sergio Redaelli si è dedicato in occasione dei restauri di Villa Borghi, antica villa padronale situata a Varano Borghi.
La “Stoffa” dei Borghi è l’esempio di un’antica famiglia che ha cambiato le sorti commerciali della zona del varesotto, in un’epoca in cui non era scontato essere dotati dell’eccellente spinta imprenditoriale che ha caratterizzato i protagonisti di questa storia.

Maria Teresa d’Austria, Radetzky e Vincenzo Dandolo sono alcuni dei celeberrimi personaggi della Storia che hanno incrociato la vita della famiglia Borghi, dai quali il vecchio Feudo di Varano ha preso il “cognome” nel 1906.
E’ Pasquale Borgo ad aver dato inizio alla storia commerciale di questo borgo rurale antichissimo e affacciato sul Lago di Comabbio –  la radice celtica ‘var’, infatti, indica una località vicina all’acqua.
I terreni di Varano sono stati rivenduti ai Borgo, ora Borghi all’anagrafe, dalla ricca famiglia Dandolo di Varese.
Con la coltivazione dei bachi da seta e con l’ausilio di Tullio Dandolo, appassionato di bachicultura, Pasquale Borghi fonda il secondo stabilimento italiano di filatura meccanica del cotone.
Di corollario, questo imprenditore si assicura i giacimenti di torba attorno ai terreni in suo possesso, così da avere costante rifornimento di legname per alimentare le caldaie della fabbrica.
La denominazione di Cotonificio Pasquale e F.lli Borghi è stata data da Luigi Borghi, nipote di Pasquale.
Per rendere ancora più stabile la manodopera, che arrivava anche dai villaggi circostanti al lago, furono costruiti nell’ambito del complesso industriale un convitto femminile e dormitori maschili per chi rimaneva nello stabilimento tutta la settimana.
In un secondo tempo, visto il grande sviluppo del Cotonificio, furono costruite abitazioni per lavoratori, ancora abitate a Varano.
Il giovane Luigi porta avanti l’attività degli zii ma si occupa nel frattempo anche di politica, fino all’arresto dal 1833 al 1834 da parte della polizia austriaca per aver cospirato contro il regime d’Austria e per aver propagandato le recenti idee della Giovane Italia Mazziniana.
Dopo l’occupazione delle città lombarde, periodo in cui alcuni dei soldati di Radetzky hanno alloggiato proprio nelle abitazioni gallaratesi dei fratelli Borghi, Luigi è all’estero ma rientra in Italia dopo un’amnistia.
E’ questo il momento in cui si dedica seriamente allo stabilimento di cotone, agevolando l’acquisto di macchine inglesi più efficienti e creando nuove marginalità economiche.
Fa importare il cotone greggio da New Orleans e i successi portano allo stabilimento di Luigi il titolo di Imperial Fabbrica Privilegiata Nazionale.
Luigi muore nel 1859 e poco tempo dopo irrompe inarrestabile la spedizione dei Mille di Garibaldi, che nel 1856 era stato aiutato anche da Luigi per lo sbarco a Sesto Calende.
La famiglia Borghi mette mano sulla villa di Varano, ora Villa Borghi, e i fratelli di Luigi si dedicano al progetto di bonifica dei terreni circostanti.
Il perfezionamento definitivo è stato però grazie al nipote di Luigi, Pio: con l’attività di Pio Borghi di modernizzazione, l’azienda ha raggiunto 60mila fusi e ha garantito lavoro a 800 operai.
E’ l’epoca d’oro di Varano Borghi, arricchita anche dall’inaugurazione nel 1898 da parte di Pio della Pescicultura: sono importati prodotti dalla Russia e dall’Olanda e viene messa in atto una poderosa campagna pubblicitaria.
Il successore di Pio è stato Luigi junior – lo “sciur Luisin” – suo nipote, che ha innalzato l’importante palazzo adiacente agli stabilimenti di cotone passato alla storia come Textiloses dopo le tremende vicissitudini finanziarie e legali della famiglia.
Nel 1913 i Borghi si trovarono infatti costretti a vendere gli stabilimenti: la Textiloses è un marchio francese con sede a Parigi e che ha portato a Varano un aggiornamento dei comparti di filatura.
La lenta decadenza dei Borghi non risparmiò nemmeno la Villa che, dopo anni di degrado, è stata ristrutturata nel 2007 ed è ora un rinomato Hotel a quattro stelle.

Leggendo della stoffa dei Borghi non si può che provare una forte ammirazione per loro, ma anche commozione: chi abita tra Varese, Comabbio, Gallarate, Milano, Varano Borghi, Ternate e infiniti altri paesi potrà sicuramente ritrovare cognomi noti e probabilmente anche il proprio.
Cognomi di persone e famiglie che, con le proprie azioni, hanno portato a tutto ciò di cui godiamo adesso.
Sergio Redaelli, introdotto dalla Prefazione di Giovanni Brugnoli –  Presidente dell’Unione Industriali della Provincia di Varese – ha offerto quindi un’interessante e dettagliato resoconto storico, con un importante approfondimento sulle origini del Varesotto.
Ha offerto soprattutto la spinta a prendere d’esempio il coraggio da lui stesso descritto, perché, come i Borghi hanno insegnato, il rischio e l’ostinazione non sempre portano negatività.

“La stoffa dei Borghi- Patrioti e imprenditori della dinastia del cotone”
Pro Loco Varano Borghi
120 pagine, in vendita presso la Pro Loco di Varano Borghi al prezzo di 10,00 euro